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2023-07-21Luigi Tenco (1938-1967)
Luigi Tenco ( 1938 -1967) - cantautore, attore, compositore e poeta. È considerato da alcuni critici come uno dei più importanti cantautori italiani. Insieme a Fabrizio De André, Bruno Lauzi e altri, fu uno degli esponenti della cosiddetta "scuola genovese", un nucleo di artisti che rinnovò profondamente la musica leggera italiana a partire dagli anni sessanta. La sua morte, avvenuta durante l'edizione del 1967 del Festival della canzone italiana, fu un evento di cronaca che segnò indelebilmente il panorama musicale e culturale italiano, portando alla nascita del Club Tenco, che tutela la memoria dell'artista e della canzone d'autore.
"In un mondo di luci, sentirsi nessuno"
Nel 1967 si presentò al Festival di Sanremo con la canzone Ciao amore ciao, cantata, come si usava a quel tempo, da due artisti separatamente (in questo caso si trattava dello stesso Tenco e di Dalida). In realtà, il brano aveva inizialmente un altro testo e un altro titolo, Li vidi tornare, ma Tenco decise di modificare le parole originali di tono antimilitarista per non incorrere nella censura, poiché parlavano di alcuni soldati che partivano per la guerra e riprendevano in parte i versi della poesia di Luigi Mercantini La spigolatrice di Sapri sulla sfortunata spedizione di Sapri di Carlo Pisacane era uguale.
Il testo presentato invece era una canzone d'amore sul dramma dell’Italia contadina costretta a urbanizzarsi. In qualche modo aveva ripreso le stesse tematiche di Pasolini. Il brano di Tenco non venne apprezzato dalle giurie del Festival e non fu ammesso alla serata finale, classificandosi al dodicesimo posto. Fallito anche il ripescaggio, dove fu favorita la canzone La rivoluzione di Gianni Pettenati, pare che Tenco sia stato preso dallo sconforto. Già poco prima di salire sul palco, la sera del 26 gennaio, Tenco parlò con l'allora conduttore del Festival, Mike Bongiorno, e secondo Anselmi disse:(Luigi Tenco)
La tomba di Luigi
Da quel momento le informazioni sono più frammentate. Secondo l'ultima ricostruzione dei giornalisti Ragone e Guarneri, Luigi Tenco si recò nella sua stanza all'hotel Savoy, la 219, ed effettuò due telefonate: la prima a Ennio Melis non ottenne risposta, la seconda a Valeria ebbe buon esito. I due parlarono di progetti, di intenzioni da realizzarsi a breve, di rincontrarsi il giorno dopo e di partire per il Kenya, e Luigi Tenco, secondo quanto avrebbe riferito la stessa Valeria ad alcuni giornalisti nel 2002, asserì di avere scritto dei fogli con nomi e cognomi denunciando «fatti che vanno ben al di là della manifestazione». La telefonata sarebbe terminata all'una di notte del 27 gennaio. Un'ora dopo, il corpo di Tenco verrà ritrovato da Dalida nella stanza 219.
I primi a rinvenire il cadavere furono, presumibilmente, il suo amico Lucio Dalla, e successivamente la stessa Dalida con cui, soltanto qualche ora prima, aveva cantato al Salone delle feste del Casinò di Sanremo. L'ultimo a immortalare vivo il cantante fu il fotografo e giornalista Renato Casari, nella tarda serata; Tenco appare sorridente a una battuta del fotografo, ma con lo sguardo assente. L'originale di questa foto è attualmente conservato nella casa del fotografo (scomparso il 17 novembre 2010 in una casa di riposo a Lecco), a Mandello del Lario. Il corpo riportava un foro di proiettile alla testa; il foro di entrata era sulla tempia destra, quello d'uscita era sulla tempia sinistra. Apparentemente nessuno sentì lo sparo. Venne trovato un biglietto scritto a mano, che più perizie grafologiche hanno poi consentito di attribuire allo stesso Tenco, contenente il seguente testo:
«Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente cinque anni della mia vita. Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt'altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda Io tu e le rose in finale e ad una commissione che seleziona La rivoluzione. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao. Luigi.»
Questo fece subito pensare al suicidio come spiegazione della morte, tanto più che Tenco aveva acquistato una pistola l'anno precedente per difesa personale. Tuttavia, per molti decenni, sono sussistiti dubbi: Tenco aveva sostenuto che poche settimane prima, a Santa Margherita Ligure, due automobili, dopo averlo speronato, avevano tentato di mandarlo fuori strada senza alcun motivo apparente. Per questi e per altri motivi, dopo anni di pressioni esercitate da una parte della stampa e dal fratello Valentino, il 12 dicembre 2005, a trentotto anni dai fatti, la procura generale di Sanremo ha disposto la riesumazione della salma per effettuare nuovi esami (per la prima volta viene eseguita un'autopsia) che il 15 febbraio 2006 hanno confermato l'ipotesi del suicidio.
Ciao, caro Luigi!
SE POTESSI AMORE MIO
SE POTESSI AMORE MIO
TI DAREI TUTTO
QUEL CHE VEDO
MA PO POSSO DARTI SOLO
QUEL CHE HO IO E PURTROPP
O NON E' GRAN COSA.
SE POTESSI AMORE MIO
VORREI ESSERE UN GRAND'UOMO
SAPERTI AMARE COME UNA REGINA
MA PURTROPPO SON QUEL CHE SONO
SE POTESSI AMORE MIO
PER NON SCIUPARE
QUESTA TUA VITA
DOVREI ANDARMENE
E DIRTI ADDIO
MA PURTROPPO
NON SONO BUONO
Il 29 gennaio 1967 il cadavere fu trasferito a Recco. Da lì, ancora un ultimo viaggio della salma presso i suoi luoghi d'infanzia, dove fu istituita una camera ardente nella casa degli zii di Ricaldone, in provincia di Alessandria.Tuttavia non vi fu partecipazione dei cantanti o discografici, né alla camera ardente né ai funerali, avvenuti a Ricaldone il 30 gennaio 1967, tranne che per la presenza di Fabrizio De Andrè, Michele, i fratelli Gian Piero e Gian Franco Reverberi, Lucio Dalla, Ezio Radaelli. Luigi Tenco fu tumulato nel cimitero di Ricaldone.
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Fot. Pixabay